Vincenzo Vivarini, se potesse, sarebbe già sul prato dell'Adriatico a riprendere confidenza con un manto erboso che ha conosciuto da giocatore e collaboratore tecnico e con una città dove ha fretta di tornare ad allenare, per riscattare le non eccellenti esperienze in serie B. Da profeta in patria, finalmente, lui abruzzese Doc, seguendo le orme di altri corregionali illustri che hanno spiccato il volo, come D'Angelo, Giampaolo, D'Aversa, Di Francesco. "Il gioco di Vivarini mi piace parecchio", fece sapere il presidente biancoazzurro Sebastiani dopo il gran rifiuto di Silvio Baldini, mettendo in chiaro che era il tecnico di Ari il sostituto prescelto. Tanto è bastato alla stampa pescarese per annunciarlo come già in panchina da oramai dieci giorni, con ritmo serrato e titoloni sicuri e categorici. "Vivarini Day", "Oggi la presentazione ufficiale", "Pronta la lista della spesa di Vivarini", "Vivarini sceglie il ritiro". Invece no, da una settimana a questa parte le uniche novità sono state le diverse declinazioni mediatiche della notizia, intervallate da qualche intervista non ai protagonisti della querelle col Frosinone, che detiene il cartellino di Vivarini, ma ai giocatori del Pescara, alcuni dei quali tra l'altro in uscita. L'unica verità l'ha pronunciata il presidente ciociaro Maurizio Stirpe: "Vivarini da qui non si muove se non accetta la nostra proposta di rescissione". Il patron del Frosinone, che può permetterselo, preferisce tenere a libro paga il terzo tecnico (dopo gli altri già esonerati Greco e Bianco ndr) piuttosto che fare un regalo ad una diretta concorrente come il Pescara. Una questione di principio, ma pure economica, che possiamo anche comprendere e che per ora tiene in ostaggio Vivarini, alla faccia dei titoloni di stampa e tv locale. In ballo ci sarebbero circa 50 mila euro che Stirpe non vuole riconoscere come buonuscita per la risoluzione anticipata del contratto ed un accordo per altri 30 mila legati ad un riconteggio fiscale. Alla luce di quest'ultimo dettaglio, alcuni giornalisti dopo aver preso atto dell'eccessiva fretta nel dare per fatto l'ingaggio, hanno recuperato la loro sicurezza di ben informati. Invece no, non funziona come a Vicenza, dove hanno potuto annunciare Gallo (dopo una trattativa solare che andava avanti da due settimane) solo dopo la rescissione con l'Entella, rispettando i tempi. Vivarini ad oggi è ancora allenatore del Frosinone e quindi nomi di giocatori scelti (Insigne jr, Ghion, De Boer, Mancuso), di altri da trattenere a tutti i costi (Dagasso) sono pura fantasia. Si, ci sarà stata qualche telefonata tra il tecnico e Foggia, ma a quale titolo? Stesso dicasi per la sede del ritiro: secondo certa stampa Vivarini avrebbe indicato Ovindoli (Aq) o in alternativa Cascia in Umbria, ma non c'è stato alcun passo in tal senso perchè non si può bloccare una sede senza l'oste, pardon l'allenatore in panchina. Chiaro, no? Il guaio è che siamo arrivati a fine giugno, con diversi contratti (veri) in scadenza per i giocatori e, soprattutto, scadenze di bilancio ed adempimenti da onorare. A questo punto il quadro avrebbe dovuto essere molto più chiaro, per impostare seriamente un progetto che riguarda una neo promossa che non può permettersi un altro campionato mediocre come gli ultimi in serie B. Fortunatamente, ne diamo atto a Sebastiani, il Pescara ha cambiato registro ultimamente, a differenza ad esempio del Cosenza, che poi ha pagato con la retrocessione dopo spaventi ogni anno questa scelta scellerata e solo apparentemente risparmiosa. Pochi prestiti e tanti giocatori di proprietà, per cui la base è buona anche se il mercato latitasse ancora. La Carrarese ad esempio si è salvata agevolmente nell'ultimo campionato, puntando su pochi ritocchi e senza avere nomi importanti in rosa. Alcuni giocatori del Pescara uscito vincitore dalla lotteria dei playoff in B possono starci comodamente, l'hanno già affrontato questo campionato (Brosco, Valzania, Letizia, Lancini) o si sono dimostrati di categoria superiore, ma sicuramente qualche aggiustamento va fatto in fretta e davanti non si può più prescindere da una prima punta di ruolo. Poi ci sono i giocatori il cui contratto scadrà nel 2026, ad esempio Merola, che non si può correre il rischio di perdere da svincolati a parametro zero. No, il bilancio del Pescara, tenuto in piedi soprattutto dalle plusvalenze, non può proprio permetterselo. Allora basta titoli vuoti, urge un affondo nella trattativa con Vivarini (due domande a Sebastiani no, cari giornalisti?) entro martedi prossimo oppure virare subito su quelle alternative low cost e low profile che abbiamo indicato giorni fa e che siamo certi siano già stati contattate. Con loro la società potrebbe impostare un mercato in autonomia e senza condizionamenti, per poi allestire una rosa che probabilmente non farà sognare la piazza, ma sarebbe più adeguata alle possibilità economiche. Ricordiamoci i problemi che hanno dovuto affrontare società che hanno speso troppo senza raccogliere quasi nulla: Ascoli, Spal, Brescia, Perugia e per ultima la Ternana affrontata in finale il 7 giugno, oggi ufficialmente in vendita. I titoloni lasciateli alla Gazzetta dello Sport
Autore: Andrea Genito
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